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19 11 2012 | Rimini | Contestazioni al ministro Cancellieri. La lettera degli studenti

Lunedì, 19 Novembre 2012

tortora-scuro

Pubblichiamo la lettera scritta dalla consulta degli studenti di Rimini, dopo la giornata complicata al palazzetto


Le regole fanno breccia nella vita di un giovane mediante l'esempio degli adulti che lo accompagnano nella scoperta di sé.
Diceva Pier Paolo Pasolini: “Se qualcuno ti avrà educato, lo avrà fatto ben più con il suo essere che con le sue parole”.
E' proprio vero quello che diceva Pasolini: se i giovani non sono educati da esperienze ma soltanto da parole, quello che si crea è solamente una grande bolla di aria infarcita di frasi fatte e perbenismo.


E' per questo motivo che noi studenti di Rimini, abbiamo voluto incontrare il Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, in occasione della giornata organizzata dalla Consulta provinciale degli studenti.
Avevamo, e abbiamo, domande e preoccupazioni che il Ministro era venuto per ascoltare e noi eravamo pronti a discuterne, per capire e ragionare.


Purtroppo, un piccolissimo gruppo di studenti, irrompendo al Palasport Flaminio di Rimini senza tenere conto di chi stava parlando, della serietà del momento e soprattutto non senza capire il fine della giornata, ha interrotto il ministro a cinque minuti dall'inizio del suo intervento, impedendole di parlare e ai 1.800 studenti circa arrivati lì per ascoltare, discutere e dialogare.


Le stesse domande che hanno i ragazzi del collettivo, le abbiamo pure noi.
La differenza sta nel porsi davanti a questa situazione, perché il torto lo abbiamo subito noi, gli studenti.
Chi cerca di ottenere i propri diritti passando sopra i diritti degli altri non è un eroe. E non è neppure democratico. E' un prevaricatore. L'essenza del diritto è la reciprocità, non si può rivendicare una libertà per se stessi senza riconoscerla, allo stesso tempo, per ogni altra persona.


A noi e al Ministro è stata negata la libertà di parlare.
Perché se tre amici si siedono a un tavolino per discutere, ed uno alza la voce pur con le sue ragioni, il discorso si interrompe, uno dei tre se ne va mentre l'altro si tura le orecchie.


Ma fondamentalmente la colpa non è del collettivo, non bisogna trovare per forza dei colpevoli.
Ormai, in questo povero mondo anche se uno alza la voce più che può, è soffocato dal rumore e dal vociare di chi non ascolta, così uno passa dalla voce e dalla ragione, alla violenza verbale e fisica.


A Rimini però, il ministro era venuto proprio per ascoltare noi studenti, la nostra voce bisognosa di risposte. Era venuta per risponderci. Cosa che purtroppo non è accaduta.


Ora io mi chiedo il perché e il percome di tutto ciò. Come è stato possibile che quella che era una così grande occasione per tutti sia stata sciupata? Gli studenti del collettivo hanno protestato, mettendo di fatto il bavaglio a un Ministro della Repubblica e magari guadagnando un minuto di notorietà in tv su youtube: ma ora? Cosa resta di una manifestazione così violenta e non democratica delle proprie idee? Niente.


L'unico messaggio che rimane della protesta andata tristemente in scena al Flaminio è: odio.


Il problema è che non siamo più educati alla legalità, come a nient'altro. Mancano gli educatori, quelli veri, che attraverso l'esperienza e la testimonianza ci possono comunicare qualcosa di vero. O meglio, non mancano, ma sono pochi o non conosciuti.
Un esempio limpido e potente è stato la dottossa Caterina Chinnici (presidente capo del Dipartimento della Giustizia minorile) che a Rimini ha parlato per tutti gli studenti, ma che è arrivata al cuore solo di quelli che la ascoltavano.
Un altro esempio è stato il sottosegretario all'Istruzione Elena Ugolini, più vicina che mai al mondo della scuola.


Ma la rabbia e la dilagante voglia di riscossa a tutti i costi chiudono le orecchie e bloccano la ragione.
Rimpianti? Sinceramente no. Tutto questo, infatti, è servito a far vedere l'altra faccia della medaglia, quella degli studenti ragionevoli, che protestano sì, ma in maniera civile, senza interrompere nessuno, con la forza e la volontà fondate nella legalità.


Il Ministro durante le presentazioni mi ha detto: “Stiamo costruendo l'Italia per voi, ma voi ci dovete aiutare”.
Noi siamo pronti a farlo.


Giacomo Morigipresidente della Consulta provinciale degli studenti di Rimini
La Consulta di Rimini


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